CHE COSA TRATTO
ANSIA
L'ansia di per sé non è un disagio, ma una sensazione e un'emozione che fa parte di noi da sempre. Utile - in una certa dose - diventa un disagio quando non rientra più nel nostro controllo: quando straborda e imprigiona, quando blocca e sovrasta. Si manifesta in molte forme, dall'attacco di panico alle fobie, dalle ossessioni ai disturbi del sonno.
RELAZIONI
Le relazioni hanno una funzione fondamentale nella nostra vita. Non è un caso che siano un indicatore del nostro benessere. Non riuscire a stare più con una persona, non tollerare gli altri, la rabbia e la paura, il fastidio e l'attrazione non sono più gestibili negli scambi con chi ci sta più vicino. Rapporti che non vanno più bene, ci sentiamo stretti e ingabbiati, o distanti e persi. Avvertiamo il nostro spazio come violato, stretto, non più sufficiente.
DEPRESSIONE
Bisogna distinguere la tristezza - un'emozione - dalla depressione: una condizione invalidante che pervade e appiccica, lega e annienta. I sintomi più frequenti sono scarsissime motivazioni nelle situazioni di vita quotidiana, a iniziare la giornata lavorativa o lo studio, le uscite con gli amici e il rapporto con il proprio partner. Umore basso e zero appetito, nessuna voglia. Di fare niente.
SOFFERENZA E MALESSERE
Situazioni di vita sempre più al limite, orari di lavoro folli, distanze con la propria famiglia che sembrano essere incolmabili, il piacere che si è perso in un mare di doveri... si perdono dei pezzi, parti che ti caratterizzavano non sembrano più esserci. Stai male? "No, forse, non mi riconosco, non mi trovo più..." Come se non ci si potesse ammettere di essere se stessi, come se non riconoscessimo nemmeno l'altro.
TRAUMA
Il trauma è uno squarcio, causato da un colpo da KO: una violenza - o una serie - fisica o verbale, un incidente, un'operazione, un attacco. lo squarcio strappa via una parte, che rimane in un angolo come se fosse invisibile, deve esserlo. Si vive, ma non a pieno: si può recuperarla. Iniziando a raccontare, oltre alla vergogna o all'angoscia, oltre alla paura e al terrore, ricucendo di nuovo insieme l'emotività e l’evento.
CHE SENSO HA?
Dai primi mesi dello scorso anno ho avuto sempre più a che fare un senso, scomodo, a tratti nascosto, sottile, trasversale, di un qualcosa di non tangibile. La paura del contagio, la noia, l'impossibilità a muoversi, a stringersi, a incontrare nuove persone. Spesso la domanda - declinata negli infiniti modi propri di ogni persona - è stata "ma qual è il senso di tutto ciò?". La vita e la morte si sono intrecciate, libere di essere esplorate e guardate da più vicino.
NUOVI SIGNIFICATI ED EQUILIBRI
Le situazioni vecchie e solide, abitudinarie e sicure si scoprono non così solide e sicure. Vacillano. Si inizia a rivalutare, si inizia a vedere con altri occhi quello che ci circonda. Senso di colpa, voglia di scomparire, paura di scoprire e timore verso a un cambiamento che sembra inevitabile. A volte si può fare anche da soli, a volte no: un confronto, un sostegno, un aiuto possono essere nuovi mezzi per accedere a nuovi significati ed equilibri.
RACCONTARSI
... e a volte non è niente di tutto questo. A volte la necessità è di avere un testimone, a volte di raccontare e di sfogarsi a un estraneo. A volte a fare da prigione è la vergogna, l'imbarazzo, la rabbia. A volte un senso di vuoto, il fastidio, il vedere tutto nero. A volte il bisogno è di avere una persona che ci sia, senza troppi discorsi, a sentire la storia che deve, vuole, può essere raccontata.